È di questi giorni l’approvazione, da parte della Commissione ambiente del Senato, della riforma della legge 394/91 sulle aree protette. La Federparchi ha subito espresso con soddisfazione il proprio apprezzamento per il lavoro fin qui svolto, riservandosi di «valutarne completamente la portata una volta concluso l’iter». A me pare, invece, una riforma che peggiora nei contenuti e nei modi tutto l’impianto normativo esistente. Alcune, tra le preoccupanti modifiche introdotte, che mi inducono a considerare negativamente il processo legislativo in atto, sono il silenzio assenso per il nulla osta rilasciato dagli Enti Parco, le «royalty» per le opere ad elevato impatto ambientale e l’obbligo, da parte delle Regioni, dell’intesa con i Comuni nell’approvazione del Piano per il Parco, il principale strumento di gestione dell’area naturale protetta. Le modifiche ipotizzate, secondo me, minano alla base le finalità e il ruolo del Parco, senza alcun miglioramento delle condizioni di gestione degli enti e senza alcun superamento delle loro difficoltà di funzionamento, che pure suggerivano un aggiornamento e un adeguamento nella normativa vigente. (continua)
Articolo pubblicato sul sito “vglobale.it”, il 25 Ottobre 2016.
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